quasi cinquantamila

48200kawa
48200 chilometri passati sotto le ruote.
Inizio a capire certi sessantenni smanettoni che talvolta seguo per ore e non riesco mai a raggiungere.
Traiettorie perfette, magari non velocissimi ma puliti all'estremo, magari non picchiano duro, però semplicemente non riesco a prenderli.
Mi incanto a vederli danzare tra le curve.
E poi, al bar sul valico, attendo di scorgere sotto il casco i lineamenti di uno sbarbatello particolarmente capace. 
Invece spunta una fluente chioma canuta, il foulard d'obbligo (che belin poi viene il mal di gola) e la fascia lombare per la schiena (che belin poi la mattina chi si alza più…)
Un caffè, una sigaretta ed un elenco di piccoli acciacchi che, non appena si torna in sella, passano all'istante.
Ecco, anch'io tra qualche anno diventerò così.
La colorerò di verde, quando il pargolo avrà 18 anni, perchè a lui la Kawa piace solo verde.
E veleggeremo insieme verso la pensione (io e lei…)
Mentre ad Attila le ragazze diranno: – belin che bella moto d'epoca, me la fai provare?
E lui: – no, per carità, mio padre mi suona come un bongo.
Poi c'è chi gira in città col suo plasticone ipervitaminizzato da diecimila euro e brucia tutti al semaforo.
Fa il superganzo, ben conscio che alla più insignificante delle cadute si formerà una crepa dal muso al fanalino di coda e dovrà spenderne altri 3000 per rifare totalmente la carenatura.
E c'è anche chi smadonna in coda dentro una scatola metallica ben rivestita internamente e con troppe ruote sotto.
Oh, intendiamoci, io rispetto tutti.
Ma non sono così.
E se nevica pazienza, due piedi per terra e a casa si arriva lo stesso.

pistol8

Savona, mamma uccide il figlio
"Andrea aveva tre anni e non parlava"

la donna era depressa dopo la nascita del secondogenito, venti giorni fa. Dopo ha tentato il suicidio. Il bimbo aveva un ritardo nel linguaggio. Lei era educatrice per handicappati.

Qualche giorno fa ho letto questa notizia sul giornale e ad un tratto mi sono venute a friggere le mani, poi la testa e la mandibola e poi alla fine friggevo tutto e mi è venuta una gran voglia di spaccare qualcosa.
(poi non l'ho fatto)
La mente umana a volte fa giri strani e non puoi controllarla.
Essa, anziché resettare e dimenticare, è portata a farsi del male, ad immaginare scenari macabri.
Un bimbo di tre anni si fida della madre.
Ciecamente.
"Andrea, vieni, facciamo un gioco, ti passo questa cordicella al collo…"
oppure.
"Metti qui la testa, dentro questo sacchetto…"
Sopprimere una creatura che si fida di te è la cosa più facile del mondo.
(oddio, ma che minchia sto scrivendo?)
A me ste notizie fanno uscir pazzo.
E' come se tutti i bimbi ammazzati o seviziati fossero i miei.
Baratterei qualsiasi cosa per un mondo in cui certe aberrazioni non abbiano a verificarsi.
E vorrei non le dessero più, certe news.
Vorrei steso un velo pietoso sulle motivazioni, benchè perverse e contronatura, sulla giustizia che farà il suo corso e milioni di pallevarie.
Certe notizie non vorrei mai più leggerle.
Metter la testa sotto la ghiaia.
E via.

Se esiste una cosa che mi manda in bestia è veder danni perpetrati verso chi non può difendersi.
Ho già alcuni precedenti specifici.
Anni fa, quando avevo da poco comprato questa casa, incontrai nel vicolo qui sotto un nerboruto ragazzotto che stava picchiando a gran manate la fidanzatina.
Divenni una bestia e feci una piazzata epocale.
E poi vammi a spiegare quante mazzate merita sta zoccola e di quali gravissime (?) colpe si è macchiata.
Quella volta non mi misi in guai seri per un pelo.
O, sempre in quel periodo, quando trovai un conoscente che randellava la ex sotto il voltino del Polcevera.
Lo presi al collo e lo mollai solo quando mi accorsi che stava diventando blu.
Mi tolse la parola per almeno un anno, ad occhio e croce…
Non sono furbo e a quarant'anni non ho ancora imparato a farmi i cazzi miei e lasciar correre.
Quindi occorre ch'io stia fuori da certe situazioni.
E anche da certe notizie.
Non c'è soluzione, meglio la testa sotto la ghiaia.

senza parole

Voglio dire un po' di parole del gatto, quindi levate i minorenni dal monitor e girate i crocifissi.
Stamane, percorrendo in stato comatoso il trafficatissimo incrocio di Principe (a semaforo verde, ovviamente), mi trovo di fronte un giovane africano che attraversa di corsa, incurante dei veicoli.
Pinzo col freno davanti, la ruota dietro si solleva e i miei zebedei vanno ad infrangersi sulla gentile lamiera del serbatoio.
Con un filo di voce riesco a dirgli:
– ti mangiassero i cani, bastardo.
E lui, spaventato per il rischio:
– Vafangùlo, sacco di merda.
Insomma, uno scambio di cortesie tutto sommato normale ma potrei anche dire quotidiano, usuale e quasi cabarettistico.
Aspettando che i miei due collaboratori riprendano a girare con il ritmo solito, faccio venire il giallo e poi anche il rosso.
Mi si affianca un signore di mezza età a bordo di una Matiz (lo stesso che poc'anzi sgolava il clacson per la mia lentezza nel ripartire)
Costui mi dice:
– hai sentito cosa ti ha detto Kunta Kinte? italiano di merda.
Ed io (sempre con un filo di voce) gli rispondo:
– non esageriamo, mi ha detto soltanto sacco di merda.
Allora lui spara la massima del secolo:

"NOI NON ABBIAMO ANCORA IMPARATO LA VIA DI MEZZO TRA IL FARCELI VENIRE IN CASA E DARGLI ANCHE IL CULO E FALCIARLI COL MITRA."

nowords…